Presentati nella mattinata del 25 maggio a Palmanova i risultati del progetto, finanziato dalla Regione FVG, “CU.RE – CuraCari in rete” per il sostegno ai caregiver di persone con demenza in Friuli Venezia Giulia.
Capofila del progetto CU.RE è l’Associazione de Banfield di Trieste che lo ha realizzato con Associazione Familiari Alzheimer Pordenone, Associazione Alzheimer Udine, Associazione Alzheimer Isontino, Associazione Alzheimer Codroipo, Associazione Alzheimer Basso Friuli e Veneto Orientale.
Nell’incontro sono stati resi noti i dati della ricerca e la profilazione dei Caregiver presenti sul territorio regionale: i principali risultati confermano che il caregiver è ancora in prevalenza donna (81%), tra i 50 e i 70 anni (63%), figlia o moglie. Il 48% dei caregiver lavora fuori casa, il 35% è pensionato. Tra i lavoratori, il 76% ha dovuto modificare le abitudini lavorative per andare incontro alle necessità dell’assistenza.
Tra luglio 2021 e maggio 2022 si è svolto sul territorio regionale il progetto CU.RE (CuraCari in Rete), nato dalla volontà delle Associazioni Alzheimer del territorio regionale di aumentare le occasioni di collaborazione e di messa in rete dei servizi a favore dei caregiver di persone con demenza. Capofila del Progetto, finanziato dalla Regione FVG, è l’Associazione De Banfield onlus di Trieste (che lo ha realizzato con Associazione Familiari Alzheimer Pordenone, Associazione Alzheimer Udine, Associazione Alzheimer Isontino, Associazione Alzheimer Codroipo, Associazione Alzheimer Basso Friuli e Veneto Orientale). A causa del complesso ruolo che sono richiamati a ricoprire, i Caregiver delle persone con demenza sono particolarmente esposti a stress psico-fisico: la sfida era quella di sviluppare una rete di servizi diffusa sul territorio regionale in grado di offrire ai caregiver le risposte di cui hanno bisogno in tempi brevi.
I risultati di questo lungo percorso – a partire dell’analisi sui bisogni e la profilazione dei caregiver a livello regionale – sono stati presentati nella mattinata del 25 maggio a Palmanova nel corso di un incontro pubblico. Dopo il saluto del Sindaco di Palmanova Giuseppe Tellini, la parola è passata alle associazioni coinvolte. La dott.ssa Dorotea De Paoli ha illustrato la Rete delle associazioni Alzheimer in Friuli Venezia Giulia, seguita dalle dott.sse Antonella Deponte e Rosanna Palmeri che hanno presentato gli esiti del progetto, con particolare riferimento alla ricerca che ha profilato le caratteristiche dei Caregiver a livello regionale.
I risultati confermano che il caregiver è ancora in prevalenza donna (81%), tra i 50 e i 70 anni (63%), figlia o moglie. Il 48% dei caregiver lavora fuori casa, il 35% è pensionato. Tra i lavoratori, il 76% ha dovuto modificare le abitudini lavorative per andare incontro alle necessità dell’assistenza. Un caregiver su 5 è completamente solo nel prendersi cura della persona con demenza. Anche chi condivide i compiti di assistenza con familiari o operatori professionisti, ammette di aver dovuto modificare la propria vita sociale, avere difficoltà a mantenere il ménage familiare o fare programmi per le vacanze. Molti sentono di avere bisogno di aiuto e si sentono in una situazione senza via d’uscita.
A fianco degli inevitabili aspetti negativi legati all’assistenza, ci sono degli aspetti positivi: il 62% dei caregiver dichiara di sentirsi meglio con sé stesso quando si prende cura del proprio familiare; il 58% ritiene di essere la persona più indicata a farlo; il 56% la considera un’opportunità per ricambiare quanto ha ricevuto precedentemente. I bisogni emersi più importanti riguardano bisogni di formazione e informazione (sulla malattia, sui trattamenti, sui servizi disponibili), di formazione rivolta alla gestione dei sintomi comportamentali, di supporto psicologico e la possibilità di occasioni di sollievo dallo stress.
A concludere l’incontro la Presidente dell’Associazione de Banfield Maria Teresa Squarcina: «I progetti realizzati grazie ai finanziamenti regionali sono un’importante occasione per rilevare le criticità e sperimentare risposte innovative che vadano incontro ai bisogni» ha detto Squarcina. «La condizione portante, però, è che i risultati abbiano continuità e siano inseriti in una progettualità complessiva in cui servizi pubblici e realtà del terzo settore possano integrarsi».