Diffusione della demenza, problema sottovalutato

Diffusione della demenza, problema sottovalutato. Gabriella Salvini Porro, Presidente di Federazione Alzheimer Italia

In Italia oggi sono 1.487.368 le persone che hanno ricevuto una diagnosi di demenza, destinate a diventare 2.316.951 nel 2050. Queste stime arrivano da una ricerca dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington pubblicata sulla rivista Lancet: si tratta di cifre molto preoccupanti che comunque, secondo gli esperti, sottovalutano la vera portata del problema.

Ogni anno a settembre si celebra il Mese Mondiale dell’Alzheimer, campagna di sensibilizzazione nata per aumentare la consapevolezza e combattere lo stigma che ancora colpisce le persone con demenza e i loro familiari. In occasione dell’XI edizione di questa ricorrenza, il cui tema guida è “Conosci la demenza, conosci l’Alzheimer”, la Federazione Alzheimer Italia si fa portavoce in Italia dell’appello che il suo partner internazionale Alzheimer’s Disease International (ADI) lancia a governi e organismi di sanità pubblica, oltre che all’Organizzazione Mondiale della Sanità, affinché si attivino tempestivamente per mettere in atto le misure necessarie a garantire il corretto supporto post-diagnostico a tutte le persone con demenza, in parti colare alla luce dei nuovi dati con le stime di diffusione della malattia.

«L’Italia è stata uno dei primi paesi ad avere un Piano nazionale sulle demenze, che ha però ricevuto i primi fondi soltanto nel 2021 – ci dice Gabriella Porro, Presidente di Federazione Alzheimer Italia -. È stata definita la ripartizione di questi fondi tra le Regioni: ancora oggi, però, assistiamo a grandi disparità nei servizi offerti. La politica ne deve prendere atto: è necessario accelerare i lavori per creare dei piani demenza regionali e per renderli sostenibili attraverso un potenziamento dei finanziamenti destinati al Piano nazionale, purtroppo ancora insufficienti. Solo così si potranno garantire a tutte le persone con demenza pari diritti e opportunità di accedere a servizi di assistenza e supporto post diagnostico».