L’associazione Alzheimer Svizzera si pronuncia sui risultati dello studio sul Donanemab. Il 17 luglio, infatti, l’azienda farmaceutica statunitense Eli Lilly ha presentato i risultati della sperimentazione clinica di fase III del suo farmaco per l’Alzheimer Donanemab. Esso dovrebbe rallentare il deterioramento mentale dei pazienti affetti da Alzheimer allo stadio iniziale.
Alzheimer Svizzera e Swiss Memory Clinics valutano la decisione in modo positivo. Il principio attivo interviene nei meccanismi di base della malattia: rimuove i depositi di amiloide nel cervello e può ritardare il declino cognitivo. Il Donanemab non può tuttavia arrestare o invertire il declino mentale. Altre opzioni terapeutiche, farmacologiche e non farmacologiche, nonché la consulenza e il sostegno alle persone affette da demenza continueranno a restare molto importanti.
Come i principi attivi Aducanumab e Lecanemab, anche il Donanemab mira a eliminare i cosiddetti depositi di beta-amiloide nel cervello. Questi depositi proteici nocivi sono considerati una delle cause principali della malattia di Alzheimer. I risultati dello studio di fase III, presentati il 17 luglio 2023 dall’azienda farmaceutica Eli Lilly, hanno mostrato che il principio attivo Donanemab somministrato a pazienti affetti da Alzheimer in una fase precoce della malattia è in grado di rallentare del 35% il declino cognitivo rispetto a pazienti trattati con un placebo. Il Donanemab ha quindi ottenuto un effetto leggermente migliore rispetto al principio attivo Lecanemab, che ha ricevuto l’approvazione negli Stati Uniti all’inizio del 2023.
Gli studi sui due farmaci non sono tuttavia direttamente paragonabili. «La differenza tra le due sostanze sembra essere minima. In base ai dati dello studio, è possibile che il Donanemab causi inoltre un numero leggermente maggiore di effetti collaterali sotto forma di gonfiori ed emorragie cerebrali», afferma il Dr. med. Rafael Meyer, presidente di Swiss Memory Clinics. I benefici e i rischi a lungo termine dei farmaci contro l’Alzheimer diventeranno del tutto evidenti solo dopo l’approvazione di un loro uso diffuso.
Come avviene nel caso degli altri farmaci, anche il Donanemab deve essere somministrato nelle fasi iniziali della malattia di Alzheimer. Purtroppo le varie forme di demenza sono ancora legate a paure e pregiudizi. Ciò fa sì che spesso gli accertamenti medici non avvengano o avvengano solo quando la malattia si trova già a uno stadio avanzato. In Svizzera la metà dei malati non ha ricevuto diagnosi e spesso gli accertamenti vengono fatti troppo tardi.
Alzheimer Svizzera e Swiss Memory Clinics valutano come positivi i risultati dello studio. Come altri farmaci simili, il Donanemab è però solo in grado di rallentare e non di bloccare la progressione della malattia, motivo per cui la cura dei pazienti affetti da demenza rimane di importanza primaria. «È quindi essenziale che le persone affette da demenza e i loro familiari possano contare su consulenze, interventi non farmacologici e altri servizi di assistenza», spiega la dott.ssa Stefanie Becker, direttrice di Alzheimer Svizzera. Le terapie non farmacologiche e le attività quotidiane adattate, come quelle offerte dalle sezioni cantonali di Alzheimer Svizzera sotto forma di passeggiate accompagnate, visite a musei o gruppi di discussione, contribuiscono in modo decisivo al benessere delle persone affette da demenza.
Eli Lilly prevede di presentare la domanda di approvazione del Donanemab negli Stati Uniti nelle prossime settimane. Non si sa ancora se e quando l’azienda richiederà una licenza per la Svizzera.